Ma a destare davvero maggiore interesse al momento non è tanto lo sviluppo molto rilevante, ma il numero di tunnell lavici misurati (ben 11). Un punto della grotta si snoda addirittura su un quadrivio spettacolare e per certi versi la morfologia della cavità ricorda grotte carsiche.
Tornando al canale principale, che si sviluppa verso monte, si inizia a percorrere la grotta leggermente piegati in un condotto molto affascinante dove sono presenti striature del flusso lavico sulle pareti e alcuni crolli che regalano giochi di luce bellissimi. Continuando si giunge in una stanza più ampia da cui si aprono, verso valle, due canali. Uno si sviluppa per qualche decina di metri, mentre l’altro a destra per un centinaio di metri e a sua volta si dirama ancora in più bracci. Alla fine di questo vi è anche una apertura stretta che permette, a una persona di statura medio piccola, di riveder la luce…
Nelle vicinanze si trova anche la grotta dei Tunnell, un ipogeo di oltre 450 mt messo alla luce da Vincenzo Gullotto nel 1984, molto poco noto ma interessante, la cui posizione riportata su alcuni siti è però errata rendendola quasi introvabile, abbiamo quindi inserito la posizione corretta sulle Open Street Maps. A 50 metri di distanza si trova un’altra interessante cavità rilevata e da noi censita lo stesso giorno, la grotta del Vento, di 115 metri di sviluppo e con un ingresso molto scenografico ricco di felci e muschi. La trovate nel censimento su questo sito. Questo insieme di ingrottamenti vulcanici potrebbe rappresentare una nuova metà escursionistica di grande interesse naturalistico.