Per gli appassionati di trekking più avventurosi è possibile pernottare in alcuni caratteristici bivacchi creati dalla forestale.
Bivacchi in pietra lavica e “pagghiari”
All’interno del Parco dell’Etna esistono dei rifugi non gestiti, realizzati quasi sempre in pietra lavica, piuttosto spartani ma dotati di camino e spesso di acqua non potabile. Non vi sono letti, servizi igienici e occorre portarsi l’attrezzatura per dormire e mangiare. La maggior parte di questi rifugi è aperta al pubblico. Nella nostra mappa escursionistica indichiamo la collocazione dei rifugi lungo la pista automontata dell’Etna, quindi ad altezze massime di 2000 metri. Non esistono rifugi a quota più alta ad eccezione di un bivacco prefabbricato posto dalla protezione civile nel 2017 in prossimità di Torre del Filosofo a Etna Sud (2800 mt).
Un’alternativa molto particolare potrebbe essere anche dormire in un pagliaio, qui denominato pagghiaro n’petra. Sono costruzioni realizzate dalla forestale che richiamano i ricoveri dei muntanari che popolavano il vulcano un tempo: pastori, contadini, carbonai, etc… alcuni di questi si trovano lungo i sentieri del vulcano. Segnaliamo tra quelli meglio tenuti e fruibili:
il pagghiaru sulla pista altomontana tra i rifugi di Poggio La Caccia e Monte Scavo; Il pagghiaro di Monte Sellato (in foto) sempre sul versante ovest. Si dorme sul pavimento in terra battuta, quindi occorre materassino e sacco a pelo e non c’è acqua o camino. Degno di nota il pagghiaru di Monte Vetore, a sud, che è stato recentemente realizzato e che ha tutti i confort di un rifugio con annessi tavoli, acqua esclusa. Questi ricoveri non sono però generalmente segnati in mappa, quindi potete chiedere informazioni tramite la nostra sezione contatti.
Per chi preferisce invece soluzioni più confortevoli, ci sono i rifugi e alberghi gestiti e quindi molto comodi e facilmente raggiungibili in auto, in questo caso basta una breve ricerca sul web o potete consultare Dove dormire all’interno del Parco dell’Etna